“Johann Simon Mayr un musicista bavarese, maestro di Gaetano Donizetti e anello di congiunzione tra il classicismo viennese [sic!] e la musica italiana della prima metà dell’Ottocento”.

Allora la Wiener Klassik esiste? Lo dicevano i signori Bianchini e Trombetta in una memorabile conferenza del 2006 tenutasi (nomen omen) sul Monte Titano, mentre nel 2016 (il Libro, parte prima, p. 36) ruggiscono che “non è più accettabile parlarne” perché “il tempo del Reich è passato da oltre settant’anni”. Intanto si mettano d’accordo con se stessi, e poi vadano a correggere la propria pagina, consultata e salvata il 10 aprile 2017 alle ore 10.54:

LINK

Questa titanica pappolata è l’anello di congiunzione fra i teoremi di Taboga, il loro libello Goethe, Mozart e Mayr, fratelli illuminati, Milano, Arché, 2001, e quanto potrà leggere (se ne avesse ancora lo stomaco) l’incauto acquirente della Caduta parte seconda.

Tralascio, come troppo off-topic, di esaminare il valore dell’esegesi BTrombiniana circa la persona, le idee e la carriera di Johann Simon Mayr, altra vittima della loro tecnica prediletta. Noto solo che dal loro Credo sammarinese emerge una malsana attrazione per il Lato Oscuro della Forza, a cui iscrivono d’ufficio tutti quanti, compreso Mozart e il vescovo-principe Hyeronimus von Colloredo. Il che, come abbiamo già dimostrato in altra sede, è una purissima bufala.

Ma se Colloredo fece cacciare Mozart da palazzo letteralmente a calci nel sedere, non è che quella tremenda setta di razionalisti (atei, anticristiani, comunisti ante litteram e magari un pochino satanisti) soffrisse di qualche piccola “contraddizione in seno al popolo”?

Emerge il sospetto che gl’Illuminati di Baviera non siano mai morti, e che la loro loggia centrale abbia traslocato da Ingolstadt nella Valtellina. Lo ammettano finalmente B&T: sono loro i Gran Maestri all’Oriente di Sondrio? E perché non lo confessano a Radio Vaticana in una delle loro copiose interviste?

Ad evitare possibili strumentalizzazioni in senso anticlericale, che personalmente non apprezzerei, ricordo che l’Angelo di Luce fu opportunamente definito da un celebre cattolico fiorentino: “bugiardo e padre di menzogna” (Inf. c. 23, vv. 142-144; girone degli ipocriti).

E incidentalmente rammento pure che il “satanista razionalista” prof. Quirino Principe, entusiastico recensore del loro saggio mayriano, ebbe una volta a dichiarare: “il patto col diavolo non si può sperare sia leale, il diavolo è come un assicuratore” (Macerata, venerdì 30 luglio 2010). Onore alla sincerità.

I signori B&T stiano accorti, e magari vadano a rileggersi sul loro contratto le clausole scritte in piccolo.