24796402_545591545780877_1595490238108623939_n

Avendo studiato i nazionalismi trascorsi, io m’immagino un esercito di ipotetici entomologi che, per ovviare alle storture dei loro sistemi di classificazione e le contraddizioni delle loro periodizzazioni, bruciano in forni crematori l’universo dei lepidotteri tranne le poche specie ariano-dinariche di razza buona. So di intere barche di documenti portati al macero a Venezia, so di distruzioni a Napoli, in Polonia, in Boemia… Che fine hanno fatto le Sinfonie di Clementi, i Concerti, le musiche di Bonno, di Fischietti, di Gatti …?

Il signor Luca Bianchini si domanda dove siano finiti i capolavori scritti da Luigi Gatti, il veronese divenuto Vice-Kapellmeister della corte di Salisburgo nel 1778 e poi promosso Kapellmeister succedendo a Domenico Fischietti. Secondo lui furono bruciati dai nazisti in qualche rogo purificatore della musica non ariana, a pseudo-riprova del quale “fatto” (anzi “fattoide”) un suo commentatore ha prodotto per celia un’apposita foto di repertorio risalente al 1933 circa. Speriamo che il fan club non la ricicli prendendola sul serio. Una versione meno fantascemifica, se ci si passa il neologismo, si può intuire consultando il saggio di Cliff Eisen, Problems of Authenticity Among Mozart’s Early Symphonies: The Examples of K.Anh.220 (16a) and 76 (42a), in “Music and Letters”, vol. 70, n. 4 (1989).

In sintesi: a partire dal 1799, Gatti rifornì l’editore Breitkopf di pretese partiture mozartiane conservate negli archivi salisburghesi, prima mediante il tramite dell’ignara Nannerl Mozart; poi, dal 1803, direttamente e non a titolo gratuito, visto che le copiature costano care. Afferma lo studioso canadese: “L’attendibilità delle attribuzioni nel catalogo dei manoscritti Breitkopf & Härtel provenienti da Salisburgo – come il K.76 (42a) – è quindi abbastanza diversa da quel che si pensava. Ad eccezione di alcuni lavori non identificati forniti da Nannerl nel 1800, non è la credibilità di costei ad essere in discussione, bensì quella di Gatti”. Fra le sòle rifilate da Gatti all’editore di Lipsia si possono contare le Variazioni K.Anh.206 (21a), le sinfonie K.84 (73q), 97 (73m), Anh.215 (66c) e Anh.C 11.07, un arrangiamento del terzo tempo del Quintetto K.406 (516b), il Lied K.Anh.271-275 (Anh.C8.35-39) e quello privo di Kappa “Wenn ich, o Schöpfer, deine Macht”. Tutti titoli che i nazistelli redattori del catalogo Köchel, fra cui una buona percentuale di ebrei, hanno da tempo relegato nella sezione delle opere mozartiane spurie, e che naturalmente, fiutata la loro vera origine, i Sondrioti (altro neologismo per cui si chiede venia al rispettabile popolo valtellinese) si affretteranno a “riscoprire” come capolavori misconosciuti dell’ennesimo genio italiano in esilio.

L’onesto Luigi Gatti si rese inoltre responsabile di un altro peccatuccio, intestandosi falsamente nel catalogo tematico della cappella di corte salisburghese, redatto sotto il suo controllo sul finire degli anni 1780, una muta di salmi da Vespro composta invece da Johann Baptist Stemkopf, l’organista del monastero benedettino di Metten non lontano da Salisburgo.

Italiani brava gente? Sì, con qualche eccezione.

Appendice

I manoscritti con musica di Luigi Gatti  in Austria e in Germania (secondo il RISM):

  • 110 composizioni al Dom-Musikarchiv di Salisburgo;
  • 23 composizioni al Benediktinerstift, Musikarchiv di Kremsmünster;
  • 7 composizioni al Franziskanerkloster, Musikarchiv di Salisrbugo;
  • 6 composizioni alla Sächsische Landesbibliothek – Staats- und Universitätsbibliothek  di Dresda;
  • 3 composizioni al Benediktinerstift, Musikarchiv di Lambach, alla Heilige Kapelle di Altötting, Öttingen-Wallersteinsche Bibliothek di Harburg, Klassik Stiftung Weimar, Herzogin Anna Amalia Bibliothek di Weimar;
  • almeno una composizione in A-FK (1), A-GE (1), A-HALn (1), A-Imf (1), A-MS (1), D-Ahk (1), D-As (1), D-KZa (1), D-OB (1), D-SCHN (1), D-SDOk (1), D-TZ (1), D-ZL (1)

I manoscritti con musica di Domenico Fischietti in Austria e in Germania (secondo il RISM):

  • 26 composizioni alla Sächsische Landesbibliothek – Staats- und Universitätsbibliothek  di Dresda;
  • 16 composizioni alla Stadtbibliothek, Musikabteilung di Lubecca;
  • 10 composizioni al Dom-Musikarchiv di Salisburgo;
  • 6 composizioni alla Bayerische Staatsbibliothek di Monaco di Baviera;
  • 5 composizioni alla Staatsbibliothek zu Berlin – Preußischer Kulturbesitz di Berlino;
  • 4 composizioni alla Öttingen-Wallersteinsche Bibliothek di Harburg e alla Stadtkirche St. Nicolai, Bibliothek di Waldheim