Non contento di maltrattare sul suo sito personale e su quello della caduta degli dei il senso e la metrica degli Animali parlanti di Casti (trasformati in Musicologi parlanti con malcelati puerili attacchi ad personam a un ben riconoscibile ‘asino Gazzettante’), Luca Bianchini definisce neonazista chiunque non condivida le sue opinioni.

La musicologia – ai suoi occhi – fu inquinata dal nazismo, i musicologi ne sono stati complici nel Novecento; anche gli Italiani oggi lo sono, per stupidità, presunzione o vigliaccheria opportunistica e per odio antipatriottico verso la grandezza della musica italiana…

Ecco qualche spicciolo dagli ultimi contributi pubblicati in rete, sia di giorno sia a notte fonda, ai quali il soddisfatto autore e poeta concede magnanimo il suo “mi piace”, forse in ragione della loro compostezza (contrapposta evidentemente alle scomposte reazioni dei ‘musicologi neonazisti’):

  1. La musicologia era diventata strumento del Terzo Reich, Mozart compreso. La situazione NON è mutata nel dopoguerra. Ora è strumento del Quarto Reich.
  2. I musicologi che non concordano con le sue tesi “si rifiutano di leggere e soprattutto di capire. Sono neo nazisti che non hanno interesse per la musica italiana”. Tra i musicologi italiani, peraltro, “tanti sono d’accordo ma tacciono per paura. Non si espongono perché farebbero loro terra bruciata attorno.”
  3. La musicologia è esattamente quel che abbiamo descritto nel libro Mozart. La caduta degli dei Parte prima e seconda: è sorta dal nazionalismo tedesco e dal nazismo. Nel volume Mozart la caduta degli dei parte seconda approfondiamo la questione, che dà molto fastidio all’ambiente neo-nazista il quale reagisce in modo scomposto. Evidentemente abbiamo colto nel segno.”
  4. La musicologia è nata in Italia, non è invenzione tedesca, però quelli l’hanno subito usata a fini nazionalistici. S’è macchiata di razzismo già ai primi dell’Ottocento. E la situazione è andata peggiorando sino al regime di Hitler, come descriviamo in Mozart. La caduta degli dei.”

Sorvolando sulla granitica certezza relativa alla localizzazione della culla della musicologia, appare interessante la discussione su quest’ultima esternazione.

Il primo scambio di risposte chiarisce la differenza tra l’obsoleta “musicologia impressionista” tuttora imperante nelle Università e la nascente “musicologia scientifica” di LB&AT:  COMMENTATORE 1: “…e continua l’influenza germano americana con le sue iper analisi dove tutto viene scientificizzato”. LB: “Anche le descrizioni pseudo scientifiche e le iper verbalizzazioni obbediscono a finalità di legittimazione dei gusti. Lo descriviamo in dettaglio nel volume secondo. La verbalizzazione è parte della propaganda.”

Il secondo scambio mostra l’abilità nel confezionare risposte su misura per l’interlocutore, nonché la padronanza della punteggiatura esibita dall’autore: COMMENTATORE 2: ho cominciato a leggere il libro e “… non condivido il taglio anti-tedesco che finora mi è parso di percepire.” LB: “La critica è al nazionalismo e al nazismo. Gli studi che riguardano Mozart sono soprattutto tedeschi. Non siamo contro i tedeschi ci mancherebbe anzi ringraziamo tutti gli autori in prefazione per il lavoro di ricerca giusto o sbagliato che sia. Siamo contro le storture perpetrate dai testi razzisti dell’Ottocento sino alle liste degli ebrei nelle facoltà di musicologia compilate in periodo nazista da musicologi che fanno ancor oggi scuola.”

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