Ebrezza, delirio!

di Michele Girardi

Quale citazione librettistica si attaglierebbe meglio a quanto leggerete sotto dell’effimero tripudio di Barnaba, che pregusta un po’ di sesso con la Gioconda, nel finale dell’opera di Ponchielli? In poche botte esce allo scoperto, nelle risposte del prof. Bianchini, il succo delle ‘ricerche’ condotte coi metodi ‘bizzarri’ che abbiamo già segnalato, ben lungi da qualsivoglia standard della ricerca accettata nella musicologia corrente. In quelle dei suoi interlocutori si può solo toccare con mano l’asservimento entusiasta al verbo del capofila. Ogni commento sarebbe superfluo, ma approfitto del solito numero di ‘mipiace’ (70 sinora) per ricordare il metodo che Mario Tedeschi Turco ha così bene illustrato nella puntata precedente e annunciare la materia del prossimo Ahimè ch’io cado: chi sono veramente i fedeli ammiratori del Bianchini-pensiero.

Non posso tuttavia esimermi dal sottolineare il chiodo fisso del negazionista, per come emerge dalla prosa terrificante del seguace più … visionario (non à la Skriabin, naturalmente) del prof., il quale sostiene, col gradimento del maestro, che le musiche di Mozart gli piacciono, appunto perché non le ha scritte lui. E chi mai? Luchesi (se lo scrive con due c è ipercorrettismo, alla veneta) . E ogni volta che sta per arrivare la prova questa viene fatta sparire dalla massoneria. Siamo, e non da ora, alla farsa.