COMMEDIA E MUSICA AL TRAMONTO DELL’ANCIEN RÉGIME: CIMAROSA, PAISIELLO E I MAESTRI EUROPEI A CURA DI Antonio Caroccia EDITORE Il Cimarosa PAGINE 494 prezzo d.d.
Atti di un convegno internazionale di studi tenutosi presso il Conservatorio “Domenico Cimarosa” di Avellino nel novembre 2016: anzitutto sorprende piacevolmente la sollecitudine nella pubblicazione, circostanza non troppo comune in questi tempi afflitti dai tagli di bilancio per la ricerca seria, specie in campo umanistico, mentre sul libero mercato editoriale proliferano invece i fake books autoprodotti e autorecensiti. Si aggiunga poi la varietà dei contributi, che spaziano per tappe intermedie da Napoli a Roma e Venezia, e da Vienna a Parigi, Londra e San Pietroburgo, delineando efficacemente la dimensione paneuropea di un fenomeno culturale in cui, volenti o nolenti, furono trascinati un po’ tutti. Compresi, a confusione di un certo ottuso negazionismo municipalista e neo-borbonico, maestri di tutt’altra provenienza e formazione: i nomi di Mozart, Haydn, Galuppi e Salieri galleggiano cospicuamente sul magma di quell’opera buffa tardo-settecentesca che per comoda ma non ingiustificata convenzione continueremo senza problemi a chiamare “napoletana”. Fra i 22 studiosi coinvolti nell’impresa c’è chi si occupa di repertorii locali e di fonti, chi della circolazione di interpreti e compositori, chi di sistemi produttivi e di arti ausiliarie della scena, chi di forme musicali, chi di drammaturgia e di librettistica. Entro tale felice diversità di prospettive metodologiche il lettore può aggirarsi come in uno di quei giardini all’inglese che all’epoca di cui si tratta stavano rivoluzionando i ben pettinati paesaggi della pittura barocca. Un disordine apparente da cui sarà possibile ripartire per la costruzione di più ampie sintesi storico-culturali, a somiglianza di quanto fecero ormai tre decenni fa Neal Zaslaw e collaboratori nel monumentale The Classical Era: From the 1740s to the end of the 18th century , London, Macmillan, 1989. L’ambizioso obiettivo non pare lontano, ed è motivo di non piccolo vanto per un conservatorio del Meridione italiano averne tracciato le fondamenta e accumulato i materiali per il futuro cantiere.
CARLO VITALI
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