BUFALE ESOTERICHE IN SALSA NEOBORBONICA, di Aristarco Scannabufale e Michele Girardi
“La Scuola Musicale Napoletana, non nasce all’improvviso e non è una fortuita coincidenza o una astrazione storiografica. Παρθενόπης (Parthenópês), colonia greca, risente l’influsso culturale di Atene […]
“La Scuola Musicale Napoletana del Settecento ha affrontato tutti i generi e tutte le forme di musica con grande maestria, per la musica strumentale: la Sonata, il Concerto, la Sinfonia; è a Napoli che ha la sua origine, per il teatro: l’Opera Seria, l’Opera Comica, l’Opera Buffa, la Cantata, la Serenata, per la musica sacra: La Messa, l’Oratorio, il Dramma Liturgico.” (Enzo Amato, La Musica del Sole. Viaggio attraverso l’insuperabile scuola musicale napoletana del Settecento, Napoli, Edizioni Controcorrente, 2012).
Si comincia bene con un errore di greco (la forma corretta sarebbe Παρθενόπη); si continua con un catalogo immaginario di “primati” condito da abuso di iniziali maiuscole. La tassonomia dei generi musicali è, a dir poco, sgangherata. Messa, oratorio, cantata, opera seria ecc.: tutte nate a Partenope mediante partenogenesi all’ombra del Partenone?
Il risvolto editoriale del sullodato volume chiarifica fin troppo bene le motivazioni politiche di tante millanterie: “La Scuola Musicale Napoletana […] è rimasta pressoché sconosciuta al grande pubblico [ma davvero?, ndr]. Questo libro è frutto di anni di ricerca e nasce dalla passione e dalla voglia di scoprire ed ordinare i tasselli di una storia, la storia della musica, anch’essa scritta, fino ad oggi, da chi vuole annientare la cultura dei popoli per controllarli, inducendoli a credere alle cose più inverosimili. A pagarne le conseguenze sono stati i musicisti di scuola napoletana, tra cui Domenico Scarlatti, Pasquale Anfossi, Giovanni Paisiello e l’allievo di Gioacchino Cocchi, Andrea Luchesi. Attraverso la confusione, l’occultamento e la deformazione degli eventi, che sono qui analizzati e smontati punto per punto dalla verità e dalla ragione, la storiografia predominante ha mitizzato la Wiener Klassik, di cui Wolfgang Amadeus Mozart è il massimo esponente. Tutto questo in nome della Grande Opera, che non può prodursi se non attraverso uno stato di putrefazione e di dissolvimento: non si può giungere al Nuovo Ordine Mondiale se non attraverso un disordine scientemente organizzato.”
Abbiamo capito: “solve et coagula” come da veneranda dottrina alchemica. Mancano solo le scie chimiche, la terra piatta, il complotto giudeo-vaticano-massonico-rettiliano per la conquista del mondo, e la gaia pseudoscienza del Musicologo Copernicano scintilla in tutto il suo splendore nell’alambicco del Codice Da Vinci. Quanto alla sua competenza tecnica nell’analisi di fonti e partiture, si rimanda a questo saggio comparso cinque anni or sono sul sito dell’Accademia della Bufala.
In conclusione: il maestro professor Enzo Amato è Premio alla Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri per il 1998, sedenti a Palazzo Chigi prima Romano Prodi e poi Massimo D’Alema. Cosa potrà fare di più il nascituro governo Meloni? Approvarne la nomina ad Accademico del Lincei, Classe di Scienze Morali, Storiche e Filologiche? Povera e veramente grande musica napoletana! Con simili “storiografi controcorrente” si riduce a una pulcinellata.
15 Ottobre 2022 il 04:16
Illustri co-Accademici, vi siete lasciati scappare la più bella: un editoriale proprio da premio firmato dal Musicologo del Rione Sanità:
“La storia ha bisogno di verità. Napoli, dalla sua nascita, è stata una fucina di Cultura e soprattutto Cultura Musicale. La prima Opera Musicale _Le Jue de Robin et Marito_ [sic] di Hadam [sic] de la Halle fu rappresentata a Napoli, al largo castello, il castello Maschio Angioino. Nel frattempo, Federico II costruisce la sua, la nostra, Università.
Ma già Nerone amava Napoli e il pubblico napoletano tanto da preferire in assoluto esibirsi nell’Anfiteatro ora inglobato nelle mura di San Gregorio Armeno. Focalizzando il mio pensiero sulla musica e sulle mie competenze, dobbiamo dire che Napoli e il mondo intero, ha raggiunto il suo apice nella Musica con la Scuola Napoletana del ‘700. Queste conoscenze, ci sono, state sistematicamente sottratte per far spazio ad una sempre più invadente cultura Mitteleuropea.”
FONTE: “Programmare il futuro musicale di Napoli”/ di Enzo Amato (5 Febbraio 2007)
https://www.pensalibero.it/programmare-il-futuro-musicale-di-napoli/