Per gentile concessione dell’editore xG Publishing, pubblichiamo il seguente contributo di Andrea Estero. L’articolo è stato pubblicato sul numero di aprile 2017 della rivista «Classic Voice», p. 4.

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Egregio direttore,

ho seguito, prima con divertimento e poi con crescente indignazione, il dibattito sviluppatosi sul sito di “Classic Voice” intorno a una puntuale recensione del libro Mozart – La caduta degli dei (parte prima), a firma Carlo Vitali (LINK). Dopo averne letto lo stralcio in rete, sono corsa a procurarmi la rivista. Concordo punto per punto con la chiara e tagliente analisi del recensore, approvata dalla gran maggioranza dei commentatori con quasi mille “likes”.

Ma in ultimo, rispondendo ad un post del professor Galliano Ciliberti, la signora Trombetta, coautrice del libro, rimanda ad una cosiddetta “risposta” alle critiche pubblicata sul sito autopromozionale del libro stesso (che sì: è proprio Printed in Germany, e precisamente a Lipsia; sta scritto sul colophon). Ho dunque scaricato la risposta intitolata “Gazzettanti” (LINK), che si è rivelata un calunnioso, velenoso e gratuitamente offensivo libello dove fra l’altro si sostiene: “Ogni citazione è di seconda mano, compresa quella del Gazz. e come ogni citazione di qualsiasi altro scritto. Quella su Moutishart occupa una riga ed è citata in senso ironico, ma evidentemente il Gazz. l’ha presa sul serio e vi s’appiglia come una cozza”.

Di righe ne occupa una decina a p. 66, e chi ci si appiglia come una cozza, senza il minimo senso ironico, è il loro fan club. La loro teoria della citazione è semplicemente ridicola, o meglio una freddura da bar. Occorre spiegarlo? Ancora il libello chiama “frase idiota” una voce del più autorevole lessico onomastico della lingua tedesca, il Duden, compilato da un collettivo di specialisti e pubblicato meno di un decennio fa. E poi conclude trionfalmente che tutte le fonti sono uguali, per cui il libercolo di un dilettante ufologo di Moncton (Canada), un database dell’Università di Erfurt basato su documenti archivistici originali, e una fantomatica “fonte africana” ancora da scoprire avrebbero la stessa autorevolezza, sicché è solo una questione di quello che piace di più al recensore o a loro. Nota bene: si tratta degli Illuminati di Baviera (Germania), e le relative fonti originali sono scritte in tedesco arcaico e in carattere “Fraktur”, volgarmente detto gotico.

Loro saprebbero leggerlo? Per 35 anni ho insegnato, sempre in Paesi di lingua anglosassone perché mi sono sposata all’estero, la metodologia della ricerca storica, perciò le assicuro: uno studente che sragionasse in questi termini non avrebbe nemmeno superato l’esame propedeutico del primo semestre. Questi dicono di essersi laureati con 110 e lode; sarà pure vero, ma ciò non va certo ad onore della loro sfortunata Alma Mater. Spero che la vostra attenzione critica rimanga vigile anche quando uscirà il secondo volume minacciato con ancor più strabilianti “rivelazioni”. Se il buon giorno si vede dal mattino…

Luisa Paltrinieri

Cara Luisa, la ringrazio per la lettera. Perché mi dà occasione di precisare che il senso dell’articolo “Mozart Fake News”, pubblicato nello scorso numero di “Classic Voice”, non era tanto una recensione: quel libro non l’avrebbe meritata. Ma una riflessione sulle potenzialità della rete in tema di diffusione della post o non verità. Ciò che altrimenti viene chiamato “bufala”. Anche il nostro ambito non ne è esente. Soprattutto quando si cerca la scorciatoia dell’acclamazione tributata dal “popolo del web”, e non una recensione competente, un’opinione autorevole (come mai non ne ha scritto nessuno, neanche gli specialisti del Settecento, in gran parte inglesi e americani?). Gli autori del volume, nella “risposta” da lei citata, certificano di non averlo neanche capito, e si meravigliano che l’ottimo Carlo Vitali oltre a censire, “a campione”, qualche loro strafalcione abbia citato le opinioni acclamanti dei loro fan, o gli imprudenti annunci sul fatto che “la Jupiter potrebbe non essere di Mozart”… Tant’è. Devo però ricredermi su una cosa. La comunità social ha dimostrato di avere più anticorpi del previsto. Pochi esempi di cantonate tratti dal nostro articolo pubblicati on line hanno ricevuto centinaia di migliaia di letture e una valanga di interazioni. Alcune molto qualificate. Per cui ho l’impressione che il “sequel” di questa storia, sgonfiatasi la fiammante montatura, resterà agli autori in mano come un cerino fioco. E se così non fosse ve lo racconteremo.

Andrea Estero