Riprendo la felice definizione dovuta a Dino Villatico (cfr. Ahimé 237) per sbugiardare, per l’ennesima volta i due 110 & lode. Stanno cercando di fare gli scienziati e chiamano in causa una filiera di nomi … noti. Almeno quello di Jarvis (vedi sotto, affinita-elettive) è impronunciabile: la sua tesi è stata contestata autorevolmente dai maggiori studiosi internazionali, inoltre la sua qualificazione non è quella di uno studioso di vaglia (ma di un esecutore), e il suo ateneo non è propriamente uno di quelli che contano. Si occupa di Bach, poi, e del rapporto ‘controverso’ (a sua detta) fra il ‘ciccione di Lipsia’ (così lo chiamano i tifosi dei 110L) e Anna Magdalena. E che c’entra Mozart? Non importa, ci pensa il valtellinese. Il risultato lo si può leggere qui sotto. La cosiddetta quadratura del cerchio. Lo studio che citano (senza dare alcun dato, come al solito) non si reperisce, in compenso si trova dell’altro, cioè una stamberga ideologica basata su dati artatamente collegati (dunque sfalsati), e in ogni caso da ‘studiosi/e (Australia e Sud-Est USA, per giunta ateneo statale) che combinano pratiche legali e folli teorie in campo musicale. Oggi il fenomeno delle cosiddette bufale (a che servono, come sottrarsi a chi le diffonde ecc.) è oggetto di studio dei ricercatori di molti atenei. Noi dell’Accademia della bufala facciamo la nostra parte nel campo della musica, e di Mozart in particolare. E non molleremo, cari NOMOZ.
15 Novembre 2021 il 10:45
Lo dicono loro stessi: il dato grafologico non mente, quella che può mentire è l’interpretazione. Specialmente se è costruita a priori, aggiungo io. Poi vedo ora che il professore di violino Martin Jarvis si propone alle interviste (ad esempio sulla BBC) come “antropomusicologo” ed esperto in grafologia forense. Quante scienze nuove e quante expertises fai-da-te fioriscono sotto il cielo!